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THE KINGDOM
(THE KINGDOM)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 3 dicembre 2007
 
di Peter Berg, con Jamie Foxx, Jennifer Garner, Ashraf Barhoum, Chris Cooper (Stati Uniti, 2007)
 
Talvolta, alle prese con l'invito al consumo frettoloso del nostro tempo al quale l'industria del cinema e della creazione audiovisiva in genere si è adeguata ben volentieri, la tentazione del vostro cronista è di andare altrettanto per le spicce. Etichettando THE KINGDOM, western reazionario. Non volendo arrenderci del tutto al sistema riconosciamo al film diretto da Peter Berg, attore e regista di serie televisive di successo (e dalla presenza del grande Michael Mann, nelle vesti non si sa quanto distratte di produttore) non poche qualità. Probabilmente segnato dalla scrittura iperrealista, dinamicamente coinvolgente dell'autore di THE INSIDER e di COLLATERAL il film non è soltanto ben filmato, camera a spalla da reporter sul fronte: ma costruito con un senso della progressione drammatica, dell'immediatezza delle scene di azione, di una curiosità nell'assimilare i dettagli inquietanti, comunque emozionanti dell'ambiente di notevole efficacia.

Sennonché, THE KINGDOM non tratta della tradizionale scazzottata nella prateria, o di una resa dei conti fra goodfellas nei bassifondi di Chicago: ma della complessa, a dir poco ambigua situazione dei rapporti fra Arabia Saudita e Stati Uniti. E allora la formuletta di cui sopra, va ahimè affinata in western “politico”, e reazionario. L'idea originale nasce infatti dall'attentato di Khobar, dove la sezione locale degli Hezbollah provocò nel 1966 la morte di 19 americani e il ferimento di 372 persone. Poi, lo sceneggiatore Mattew Carnahan non trova di meglio da inventare che, in seguito ad un terribile massacro a Riyad (le riprese sono avvenute ad Abu Dhabi, e la notevole ricostruzione dell'area degli attentati nella base in disuso di Phoenix, in Arizona) in un centro residenziale di civili americani, l'FBI decida di inviare una sua squadra investigativa a sostegno degli arabi. Quelli “buoni”, che stanno indagando più o meno pigramente alla ricerca dei responsabili della strage nascosti fra gli arabi cattivi (i Wahabiti più integralisti, la mano lunga di Al Qaeda e via dicendo). I miserelli dell'FBI (in una delle versioni più simpatizzanti viste da sempre) debbono fare tutto di nascosto: ostacolati come sono dai politici di Washington, notoriamente ossessionati dalla non ingerenza, specie quando i regnanti gestiscono petrolio. Quindi, sotto la guida di un Jamie Foxx non sempre presente, oltre che allietati dalla presenza di una novella Julia Roberts in tuta da combattimento tropicale, ci si avvia per quelli che diventeranno ben presto i sentieri alla arrivano i nostri. Con i buoni tutti da una parte, i cattivi dall'altra: ma, doveva essere un thriller o uno di quei film di seppur vaga analisi politica nati nell'America del dopo 11 settembre e in tempo di Irak?


   Il film in Internet (Google)

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